Vorrei condividere una constatazione: mi sembra che troppo spesso - sull'onda del masochismo che travolge il nostro povero popolo in crisi - ci dimentichiamo o sottovalutiamo le eccellenze che pure esistono, producono ricchezza e vengono guardate con rispetto anche fuori dai nostri confini.
E' il caso del
CRAB, Centro di Riferimento per l'Agricoltura Biologica, che ha sede a Torino, ente autonomo sostenuto dalla Regione Piemonte e dalla Camera di Commercio. Si occupa di promuovere e divulgare le pratiche dell’agricoltura biologica attraverso la realizzazione di attività sperimentali, didattiche e divulgative offrendo un riferimento per la raccolta di documentazione attinente le acquisizioni dell’agricoltura biologica e sostenibile, in particolare:
- favorire lo sviluppo dell’agricoltura biologica, a vantaggio della collettività;
- influire sul processo di diffusione dell’agricoltura biologica;
- colmare la mancanza di riferimenti informativi locali di servizio agli operatori già assoggettati al sistema di controllo comunitario ed a quelli idonei e disposti alla conversione;
- stimolare l’adozione delle tecniche di coltivazione e di allevamento
proprie dell’agricoltura biologica da parte delle aziende ad
agricoltura convenzionale, nell’intento di favorire l’espansione dell’agricoltura sostenibile.
Se questo non vi basta, sappiate che, pur costando 280 mila euro all'anno, ne genera da solo oltre mezzo milione attraverso l’assistenza diretta alle aziende agricole, o le attività che
spaziano dal monitoraggio dei suoli agli studi per limitare lo spreco di
acqua, fino alla lotta biologica contro i parassiti. I progetti di
questo centro, spesso sviluppati con la collaborazione di università
italiane ed estere, sono frutto del lavoro dei suoi ricercatori.
Eppure, nonostante tutto ciò, i tagli lineari della spending rewiew minacciano seriamente la sopravvivenza di questo gigante buono e, invece di duplicarlo ovunque, la foga cieca con cui si rastrellano soldi in questo difficile periodo storico forse provocherà la sua chiusura. Certo, ci meritiamo tutto, come dice il blogger Danilo "Maso" Masotti, ma non vi viene il dubbio che sia un po' troppo?