venerdì 31 maggio 2013

Salvatore Settis, l'archeologo che era in testa nella mia personale classifica per il Presidente della Repubblica, ha pubblicato sul settimanale Left un interessante manifesto.

In particolare, al punto 8), si legge:

Una parte larghissima del Paese esprime una radicale opposizione a questo corso delle cose. Lo fa secondo modalità diverse, anzi divergenti: (a) la sfiducia nello Stato e il rifugio nell’astensionismo; (b) gesti individuali di protesta; (c) vasti movimenti che tendono alla rappresentanza parlamentare e alla forma-partito, come il M5s; (d) piccole associazioni di scopo, dichiaratamente non-partitiche, per l’ambiente, la salute, la giustizia, la democrazia. Queste ultime sono ormai alcune decine di migliaia, e coinvolgono non meno di 5-8 milioni di cittadini. È a partire dall’autocoscienza collettiva generata da questo associazionismo diffuso (ma anche nei sindacati) che si può avviare la necessaria opera di restauro della democrazia.

 Sì, l'impegno per i temi che ci stanno a cuore è, sarà, un importante tassello che troverà il suo posto nel quadro generale della democrazia del nostro paese. Dobbiamo costruire quella riserva di energie, di aria, di entusiasmo che mancano ad un paese depresso.

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